Fabio Cannavaro ha pronunciato le sue prime parole da tecnico dell'Udinese nella presentazione in conferenza stampa e la volete sapere una cosa? Il suo impatto è stato molto positivo:“Ringrazio innanzitutto la società che mi ha dato la possibilità di essere qui e mister Gabriele Cioffi per lo sforzo che ha fatto fino a ieri.
L’ho chiamato per dirglielo personalmente.
La comunicazione sarà fondamentale.
Ci sono tanti giocatori di nazionalità diverse, ma chi gioca a calcio sa che la lingua è una.
Non dobbiamo avere paura, nelle ultime prestazioni sembra ce ne sia un po’.
Ieri abbiamo fatto recovery, oggi c’è stato il primo allenamento per preparare i 20’ con la Roma e l’aspetto psicologico sarà fondamentale.
C’è da far tirare su la testa ai giocatori, far capire loro che la società ha una storia importante, che la tifoseria gli sta dietro, c’è da sbagliare meno possibile per poi arrivare al nostro obiettivo che è la salvezza.
È difficile dire di no ad alcune società, perché quando fai una scelta la storia è importante e quella dell’Udinese ne dimostra la serietà.
Le ultime ore sono state intense, è stato tutto molto veloce.
C’è grande motivazione, il momento è complicato ma la squadra ha grandi qualità tecniche e umane che fanno ben sperare, nonostante abbia avuto tanti problemi quest’anno.
Se ci si aspetta in ogni partita di non subire gol, di gestire il risultato, non ce la fai.
Quattro vittorie in una stagione sono poche e abbiamo pareggiato troppo, perciò da qui in avanti dobbiamo fare qualcosa in più tutti quanti.
La squadra ha subito poco, stando quasi sempre sotto la linea della palla, dobbiamo alzare un po’ il baricentro, pressare un po’ più alti, cercare delle certezze in fase offensiva che diano ai ragazzi più tranquillità.
Ho fatto un’analisi sui gol subiti nei minuti finali.
Perciò prima parlavo di paura e l’ho detto ai ragazzi stamattina: devono alzare l’asticella dell’attenzione e avere fame di portare il risultato a casa.
Dobbiamo lavorare sull’aspetto mentale e abbiamo già cominciato a farlo.
I ragazzi nel corridoio che gli porta agli spogliatoi, hanno la possibilità di vedere le maglie di chi li ha preceduti, e già da lì devono rendersi conto del valore di questa società. V
a fatto capire che trent’anni di massima serie sono frutto del sacrificio della famiglia Pozzo, che in Italia tutti abbiamo apprezzato negli anni.
Sono venuto tante volte qui da avversario e questa cosa si percepiva.
All’estero, quando vai in un club, la prima cosa che devi fare è capirne la storia.
Se i giocatori non riescono a farlo sei tu allenatore che devi farglielo fare"
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