Ormai sono anni che l'Udinese gioca con il fuoco, gli ultimi dieci.
Campionati ricordati più per gli innumerevoli allenatori passati sulla panchina bianconera che per le soddisfazioni regalate ai tifosi,fortunatamente però, anche dimenticati velocemente.
E' rimasto lo stadio, uno tra i più belli d'Europa, la squadra invece naviga da un decennio tra le peggiori d'Italia.
Il rischio retrocessione si è presentato più volte nelle ultime stagioni, questa volta però sembra essere più reale che mai, tant'è che l'Udinese, dopo il pareggio interno contro il Lecce, si ritrova al terzultimo posto in classifica.
Una rosa in parte ricostruita dalle macerie del Watforfd, squadra di bassa lega del campionato inglese ormai da un paio d'anni relegata nella serie B di sua maestà Re Carlo e probabilmente destinata a scomparire dal calcio che conta.
Ricostruita dalle macerie anche perché parte dei giocatori sono arrivati già con problemi fisici e mai recuperati completamente, a memoria i vari Behrami,Deulofeu per arrivare a Masina e Davis, dimenticandone sicuramente qualcun altro.
La gestione della rosa da parte di Gino Pozzo, pur garantendo la massima serie, si è rilevata di anno in anno sempre più povera di idee, lungimiranza,visione,progettualità,crescita, puntando tutto sull'arrangiarsi,sull'improvvisazione e sull'acquisto di giocatori low-cost.
Questa squadra, questa rosa, è la peggiore in assoluto che sia stata mai costruita e il povero Andrea Sottil fa bene a difendere nonostante tutto i ragazzi che ha disposizione e fa bene anche a difendere il suo lavoro seppur qualche scelta è sicuramente discutibile.
Chi ha visto l'Udinese tra la fine del campionato scorso e l'inizio di questo sa benissimo che dei giocatori che vanno in campo si contano sulle dita di una mano chi è effettivamente da serie A.
Il resto è poca cosa.
Ora, a meno di una clamorosa serie di risultati positivi, si attende il cambio in panchina, ma ricordatevi, i giocatori restano.
In nome del progetto.
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