Il peggio deve ancora arrivare, la società è immobile

Brutto, bruttissimo momento per l'Udinese. 
La squadra di Gotti rimedia un'altra sconfitta, la quarta in cinque partite, e all'orizzonte ci sono l'Atalanta, mercoledì il recupero al Friuli, l'Inter, nell'anticipo di sabato sempre in casa che chiude il girone d'andata e il sorprendente Spezia a fine mese, per la prima di ritorno a chiudere un gennaio infernale.
La situazione non è disperata ma certamente critica, l'Udinese dista appena tre punti dal terzultimo posto e le prossime tre partite potrebbero annullare questo risicato gap con chi ci sta alle spalle.
Prima del match con la Sampdoria il direttore generale bianconero Pierpaolo Marino era la persona più tranquilla e sicura del pianeta, dichiarando che giocheremo queste partite con attenzione e che al mercato e a Lasagna, che vede concentrato e contento, ci penseremo solo a fine mese e che non prevede scossoni.
Dalla Sampdoria è arrivata una grande lezione, ovvero che se vuoi cercare qualche giocatore interessante nel bistrattato mercato di gennaio, lo trovi. 
Hanno acquistato Torregrossa, e ha segnato. L'Udinese non ha acquistato nessuno, nessuno ha segnato.
Non si può pensare che solo De Paul possa tirare la carretta, cantare e portare la croce.
E poi Mandragora.
Rientra da un infortunio, è vero, ma da quando è a Udine, tra punizioni e tiri da fuori area se ne ricordano pochi nello specchio, sono maggiori quelli finiti nelle gradinate, non c'è da sorprendersi che abbia difficoltà nelle realizzazioni.
Infine Gotti. 
La sua posizione è chiaramente a rischio, ancora qualche sconfitta, sempre che nel frattempo non sia già stato sollevato, e la sua avventura sulla panchia bianconera si concluderà per forza di cose.
Girano tanti nomi, Semplici, Mazzarri, Donadoni, Zenga, Stramaccioni, ma la sensazione è che il peggio deve ancora arrivare e la società è ancora immobile.

M.P.



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