Il feeling con i tifosi era ormai logoro da tempo, causa annate sotto tono, poca propensione ad essere un vero leader ma soprattutto per un gesto alla curva nord dopo la sconfitta interna con la Roma quando i bianconeri a fine partita si presentarono, sbagliando, sotto il settore più caldo dello stadio Friuli, ricevendo in cambio una dura contestazione.
Bersaglio della contestazione anche l'allora capitano bianconero che non trattenendo il suo carattere istintivo e focoso ha preferì reagire in malo modo. Nemmeno il bellissimo gol della vittoria contro il Bologna al 90' e la pazza corsa verso i suoi tifosi nella straordinaria ed indimenticabile serata del 120 esimo compleanno della nostra Udinese è riuscito ad appianare e a riavvicinare il difensore brasiliano alla gran parte dei supporters friulani.
Anche perché, come già detto, è stato la colonna di una difesa che ha preso oltre 100 gol solo negli ultimi due anni, seppur le colpe vadano condivise con il resto della squadra, ma il suo apporto in termini di esperienza, esempio e personalità, sono andati pian piano spegnendosi, lasciandosi trascinare dagli eventi, dai risultati pessimi della squadra e dalla permanente assenza della società.
In molti chiedevano la sua cessione ma per Pozzo, alcuni dirigenti e anche gli ultimi allenatori, da Iachini a Oddo passando per Delneri, Danilo era considerato ancora un punto fermo della squadra.
C'è voluto l'arrivo dell'inesperto Julio Velazquez per vederlo finalmente seduto in panchina nelle recenti amichevoli disputate, ma soprattutto c'è voluto un grande diesse con le palle a fargli abbassare la cresta e decidere di venderlo, Daniele Pradè.
Con lui adesso la società c'è, è presente, è vigile. Ma resta ancora un altro difensore da acquistare.
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