“ Che dio ti benedica ! “. Chi non lo ha pensato dopo i due gol realizzati al Napoli lo scorso campionato che di fatto hanno rimesso in marcia l’Udinese verso la salvezza.
Quella di Bruno Fernandes all’Udinese è stata un’esperienza fatta da alti ( pochi ) e bassi ( molti ), utilizzato poco o a intermittenza quando sembrava aver trovato ispirazione e continuità, molto quando precipitava in periodi di crisi, di fatto confermando che le colpe della definitiva consacrazione non sono state del tutto sue ma anche di chi lo ha gestito in questi in anni.
Il giovane giocatore portoghese se ne va, alla Sampdoria, tre anni dopo il suo arrivo, come colui che lo aveva portato in bianconero, il ds Cristiano Giaretta ora all’Ascoli. Su Fernandes c’erano molte aspettative alla fine disattese, dovute proprio alla mancanza di continuità di rendimento, capacità di prendere in mano la squadra, e sotto il profilo caratteriale.
Lo ha fatto prepotentemente una sola volta e di quella gli saremo per sempre grati. Quell’incredibile partita contro il Napoli secondo in classifica e a caccia della Juve, seguito al Friuli da migliaia di supportes partenopei arrivati da tutta Italia, ammutoliti dalla doppietta di Bruno, dalla terza rete di Thereau e dal tifo infernale dei tifosi bianconeri.
Un ricordo che rimarrà indelebile nella nostra mente e nella nostra storia. Come quel rigore sbagliato dopo il pareggio di Higuain, ma cancellato subito da un incredibile gol in sforbiciata da centro area con il portiere azzurro Gabriel uscito a rane, riportando l’Udinese in vantaggio e tagliando le gambe al Napoli, interrompendo la sua corsa al tricolore, facendolo sparire dal campo, come il suo bomber argentino espulso per reazione e proteste, ora passato proprio alla Juve.
Grazie Bruno, grazie per averci fatto vincere e vivere una partita che ricorderemo per sempre, e per questo non ti dimenticheremo. In bocca al lupo !
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